Cosa facciamo

Il valore del gioco

Il gioco è per il bambino un lavoro serio, che lo porta a conoscere se stesso e il mondo, a controllare ed esprimere i propri sentimenti elaborando il suo vissuto, le sue emozioni, i suoi desideri. 

Nel gioco i bambini sentono di padroneggiare la realtà e di poterla in qualche modo controllare; così facendo scoprono concretamente il “senso” che quelle azioni e situazioni hanno nella loro vita. L’adulto deve avere

uno sguardo incoraggiante sul bambino mentre gioca, perché il piccolo si dedica a un gioco creativo solo se sostenuto da una “relazione di fiducia” con l’adulto.

“Non c’è niente di più serio e più coinvolgente del gioco per un bambino. E in questa sua serietà è molto simile a un artista intento al suo lavoro. Come l’artista, anche il bambino giocando trasforma la realtà, la reinventa, la rappresenta in modo simbolico, creando un mondo immaginario che riflette i suoi sogni a occhi aperti, le sue fantasie, i suoi desideri.” 
(S. Vegetti Finzi)

Gli atelier

Nel nostro asilo nido siamo particolarmente attente alla cura del bambino nella sua quotidianità e miriamo a proporre relazioni significative che spingano il bambino a una fiducia verso le esperienze nuove. 

Le educatrici cercano sempre di proporre le attività più varie e di qualità che introducano i bambini alla scoperta della realtà e coinvolgano i 5 sensi quali: cestino dei tesori, gioco euristico, travasi con materiali naturali, pittura, percorsi tattili e sensoriali.

Il piacere dell’attività proposta non è legato al risultato, ma allo star bene, al divertirsi, ed è quest’esperienza che contribuisce a consolidare la propria identità. In questo modo, l’attività proposta non è fatta per gli altri ma vissuta per se stessi. 

La narrazione

La narrazione è un momento in cui il bambino e l’adulto trovano la condizione ideale per mettersi in gioco. La narrazione apre altre “possibilità”, spalanca nuovi mondi, nuovi modi di essere.

Mentre leggiamo o raccontiamo una storia entriamo in un mondo diverso, in un altro tempo e in un altro spazio; ciò non vuol dire uscire dalla realtà in modo alienante, ma ricorrere a un linguaggio che permette al bambino di comprendere di più la sua realtà. È importante che i bambini, sin da piccolissimi, siano stimolati all’ascolto di storie, fosse anche il semplice racconto di ciò che sta facendo la mamma mentre il piccolo è in braccio o sul passeggino. Raccontare deve essere un momento bello e interessante prima di tutto per l’adulto. 

La narrazione è infatti uno strumento molto importante nel rapporto con il bambino sia dal punto di vista psicopedagogico – come supporto al percorso di crescita – che dal punto di vista pragmatico – come luogo di rapporto tra l’adulto e il bambino.

Il gioco sensomotorio

“Maestra, guardami… non organizzare il mio movimento, dire cosa devo fare ma guardami; che nel tuo sguardo compartecipe della mia emozione possa leggere quanto il mio corpo è bello forte, capace… QUANTO IO SONO. Dimmi che l’emozione che provo in questa corsa, salto.. è vera, positiva, valida… è Mia.” tratto da “Maestra, guardami…”
di G.Nicolodi

Nei primi anni di vita nel bambino è il corpo l’organizzatore di tutte le esperienze, il bambino impara se può ancorare il concetto all’esperienza corporea.

Il concetto fondamentale della psicomotricità è che tutte le esperienze passano attraverso il corpo e si incentra non sul bambino ma sul rimando che l’adulto dà, dobbiamo far ritornare al bambino quell’emozione che ha lasciato in noi. È lo sguardo dell’adulto, è il nostro volto che sostiene, abbraccia ed incoraggia che da un valore a quel salto, a quella corsa. L’educatrice ha la funzione di uno specchio e lo specchio serve dove serve un senso.

È un’occasione di legame speciale tra adulto e bambino, spesso è in questa attività che si riesce ad arrivare anche a quei bambini che fanno più fatica, che sembra che ci sfuggano, dove sentiamo l’esigenza di creare una corsia preferenziale per entrare in rapporto con loro.

Il lavoro di psicomotricità è stato pensato perché ogni bambino sia protagonista e possa liberamente sperimentare le sue capacità entrando così spontaneamente in relazione con il proprio corpo e con ciò che lo circonda.