Cosa facciamo
Il valore del gioco
Nel gioco i bambini sentono di padroneggiare la realtà e di poterla in qualche modo controllare; così facendo scoprono concretamente il “senso” che quelle azioni e situazioni hanno nella loro vita. L’adulto deve avere
uno sguardo incoraggiante sul bambino mentre gioca, perché il piccolo si dedica a un gioco creativo solo se sostenuto da una “relazione di fiducia” con l’adulto.
Gli atelier
Le educatrici cercano sempre di proporre le attività più varie e di qualità che introducano i bambini alla scoperta della realtà e coinvolgano i 5 sensi quali: cestino dei tesori, gioco euristico, travasi con materiali naturali, pittura, percorsi tattili e sensoriali.
Il piacere dell’attività proposta non è legato al risultato, ma allo star bene, al divertirsi, ed è quest’esperienza che contribuisce a consolidare la propria identità. In questo modo, l’attività proposta non è fatta per gli altri ma vissuta per se stessi.
La narrazione
Mentre leggiamo o raccontiamo una storia entriamo in un mondo diverso, in un altro tempo e in un altro spazio; ciò non vuol dire uscire dalla realtà in modo alienante, ma ricorrere a un linguaggio che permette al bambino di comprendere di più la sua realtà. È importante che i bambini, sin da piccolissimi, siano stimolati all’ascolto di storie, fosse anche il semplice racconto di ciò che sta facendo la mamma mentre il piccolo è in braccio o sul passeggino. Raccontare deve essere un momento bello e interessante prima di tutto per l’adulto.
La narrazione è infatti uno strumento molto importante nel rapporto con il bambino sia dal punto di vista psicopedagogico – come supporto al percorso di crescita – che dal punto di vista pragmatico – come luogo di rapporto tra l’adulto e il bambino.
Il gioco sensomotorio
Il concetto fondamentale della psicomotricità è che tutte le esperienze passano attraverso il corpo e si incentra non sul bambino ma sul rimando che l’adulto dà, dobbiamo far ritornare al bambino quell’emozione che ha lasciato in noi. È lo sguardo dell’adulto, è il nostro volto che sostiene, abbraccia ed incoraggia che da un valore a quel salto, a quella corsa. L’educatrice ha la funzione di uno specchio e lo specchio serve dove serve un senso.
È un’occasione di legame speciale tra adulto e bambino, spesso è in questa attività che si riesce ad arrivare anche a quei bambini che fanno più fatica, che sembra che ci sfuggano, dove sentiamo l’esigenza di creare una corsia preferenziale per entrare in rapporto con loro.
Il lavoro di psicomotricità è stato pensato perché ogni bambino sia protagonista e possa liberamente sperimentare le sue capacità entrando così spontaneamente in relazione con il proprio corpo e con ciò che lo circonda.